1.Future clinical applicability of optical coherence tomography angiography. Chua J et al. Clin Exp Optom. 2018.
L’angiografia con tomografia a coerenza ottica (OCT-A) è una tecnologia emergente che consente l’imaging non invasivo della microvascolarizzazione oculare. Nonostante i numerosi studi a supporto del potenziale uso clinico di questa tecnica, l’OCT-A è ancora utilizzato raramente nella routine clinica. Questo studio analizza gli aspetti tecnici e clinici dell’imaging OCT-A e ne considera il futuro potenziale clinico. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/cxo.12854
2.Vitreous Wiping, a new technique for removal of vitreous cortex remnants during vitrectomy. Koen A. van Overdam et al. ACTA Ophthalmologica, 2018.
La vitreoschisi è un anomalo distacco posteriore del vitreo (spontaneo o iatrogeno). A causa della sua struttura lamellare, lo strato più esterno della corteccia vitreale può rimanere attaccato alla retina ed esercitare trazione su di essa. Resti di corteccia vitreale (RCV), dati da vitreoschisi e non rimossi sono associati a patologia maculare, e se sono presenti sulla periferia retinica possono svolgere un ruolo nella vitreoretinopatia proliferativa e nel distacco della retina post-vitrectomia. Gli strumenti esistenti per la rimozione di questi residui comportano un rischio sostanziale di danno retinico iatrogeno. Questo studio valuta l’uso di una nuova tecnica, denominata Vitreous Wiping, per la rimozione di RCV durante la vitrectomia.
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/aos.13991
3.Genome-wide association analyses identify 139 loci associated with macular thickness in the UK Biobank cohort. Gao XR et al. Hum Mol Genet, 2018.
La macula dell’occhio è responsabile di funzioni fondamentali, come la visione centrale e ad alta risoluzione. I cambiamenti strutturali della macula sono associati a molte malattie oculari, tra cui la degenerazione maculare legata all’età (DMLE) ed il glaucoma. Sebbene lo spessore maculare sia un tratto altamente ereditabile, non esistono ancora studi di associazione genomica (GWAS). Questo lavoro rappresenta il primo studio di GWAS sullo spessore maculare analizzato in 68.423 partecipanti mediante tomografia a coerenza ottica. Lo studio ha identificato a livello genomico 139 loci associati in maniera significativa allo spessore maculare. L’analisi fenotipica incrociata di questi loci genetici ha evidenziato, inoltre, che essi hanno effetti pleiotropici su miopia, malattie neurodegenerative (ad esempio morbo di Parkinson, schizofrenia e morbo di Alzheimer), cancro (ad es. al seno, ovarico e polmonare) e tratti metabolici (ad es. indice di massa corporea, circonferenza della vita e diabete di tipo 2).
4.Association Between Noninfectious Uveitis and Psychological Stress. Berlinberg EJ et al. JAMA Ophthalmol, 2018.
L’uveite comporta la disregolazione del sistema immunitario oculare. È stato dimostrato che lo stress influisce sulla funzione immunitaria, ma non è chiaro se esista un’associazione tra stress e uveite. Questo studio ha valutato la possibile associazione tra uveite e stress psicologico in 146 individui adulti con uveite non infettiva, confrontandoli con un gruppo controllo senza alcuna affezione oculare. I risultati suggeriscono che i pazienti con uveite hanno livelli più elevati di stress psicologico rispetto ai controlli, ma nessuna differenza significativa è stata identificata nello stress dei pazienti con uveite attiva vs controllata.
https://jamanetwork.com/journals/jamaophthalmology/fullarticle/10.1001/jamaophthalmol.2018.5893
5.Tear Inflammatory Cytokines Analysis and Clinical Correlations in Diabetes and Non-diabetes with Dry Eye. Liu R et al. Am J Ophthalmol, 2018.
Lo studio si propone di migliorare la conoscenza del dry eye (DE) nella malattia diabetica tramite la valutazione delle superficie oculare e dei livelli di citochine infiammatorie lacrimali. A tal fine gli studiosi hanno analizzato: 32 pazienti diabetici con DE, 24 diabetici senza DE, 28 non diabetici con DE e 29 volontari sani come gruppo controllo. Lo studio mostra che i livelli di fattore di crescita epidermico (EGF) nelle lacrime erano significativamente aumentati nei pazienti con diabete e DE. I ricercatori suggeriscono che, in pazienti con diabete la quantità di EGF lacrimale potrebbe rappresentare un biomarker diagnostico di DE.
https://linkinghub.elsevier.com/retrieve/pii/S0002-9394(18)30669-X
6.Alterations in gut bacterial and fungal microbiomes are associated with bacterial Keratitis, an inflammatory disease of the human eye. Jayasudha R et al. J Biosci, 2018.
La disbiosi del microbioma intestinale è stata correlata a numerose patologie e più recentemente anche a malattie oculari. Questo studio analizza l’associazione tra disbiosi e cheratite batterica. I microbiomi intestinali batterici e fungini sono stati analizzati utilizzando campioni fecali di controlli sani (HC, n = 21) e pazienti con cheratite batterica (BK, n = 19). Lo studio ha rivelato che numerosi batteri e funghi, con proprietà antinfiammatorie e probiotiche, sono arricchiti in soggetti sani ed impoveriti in pazienti affetti da BK. Popolazioni batteriche e micotiche proinfiammatorie e patogene sono, invece, arricchite nel microbioma di pazienti con BK. Questo, rappresenta, il primo studio che dimostra una disbiosi di comunità batteriche e fungine nell’intestino di pazienti con BK rispetto a soggetti sani.
https://www.ias.ac.in/article/fulltext/jbsc/043/05/0835-0856
7.The effect of pregnancy on tear osmolarity. Duran M et al. Cont Lens Anterior Eye, 2018.
Lo studio si prefigge di esaminare l’effetto della gravidanza sull’apparato lacrimale mediante la misurazione dell’osmolarità delle lacrime ed il test di Schirmer. A tal fine, i ricercatori hanno analizzato donne al primo trimestre di gravidanza e le hanno paragonate con un gruppo di donne non incinte. La misurazione dell’osmolarità della lacrima ed il test della funzione lacrimale Schirmer 1 hanno evidenziato una differenza statistica tra i risultati del primo e dell’ultimo trimestre del gruppo in studio e tra quest’ultimo ed i risultati del gruppo di controllo. Lo studio ha rivelato che sia i valori di osmolarità lacrimale che i valori del test di Schirmer diminuivano significativamente verso la fine della gravidanza.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30482511
8.Clinical signs of meibomian gland dysfunction (MGD) are associated with changes in meibum sphingolipid composition. Paranjpe V et al. Ocul Surf, 2018.
Gli sfingolipidi (SPL) hanno un ruolo nella comunicazione cellulare, nell’infiammazione e nell’apoptosi.
In soggetti con disfunzione della ghiandola di Meibomio (MGD) sono stati riportati cambiamenti nella composizione di SPL, ma le associazioni tra i segni clinici di MGD ed i cambiamenti nella composizione degli SPL non sono mai state analizzate. A tal fine, gli autori di questo studio hanno analizzato la composizione relativa di SPL nel secreto sebaceo (meibum) di 43 pazienti con MGD. L’analisi relativa della composizione di SPL ha rivelato che gli individui con meibum di scarsa qualità presentavano una minore quantità di ceramide, esosil-ceramide e sfingosina 1-fosfato ed una maggiore quantità di sfingomielina e sfingosina rispetto agli individui con meibum di buona qualità. Lo studio rivela dunque che la qualità del secreto sebaceo, associato a cambiamenti compositivi negli sfingolipidi, potrebbe essere considerato un marker di MGD.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30553001
9.An action video game for the treatment of amblyopia in children: A feasibility study. Gambacorta C et al. Vision Res, 2018.
Il gold standard nel trattamento per l’ambliopia infantile è rappresentato dal bendaggio dell’occhio dotato di maggiore acuità visiva. Tuttavia, l’aderenza al patch e ad altre opzioni di trattamento è spesso scarsa. I videogiochi d’azione dal ritmo incalzante possono essere, invece, molto coinvolgenti e hanno dimostrato miglioramenti nell’ambliopia degli adulti. Questo studio ha testato un videogioco d’azione specifico per il trattamento dei bambini con ambliopia. Ventuno bambini con ambliopia unilaterale hanno completato 20 ore di gioco monocularmente, i partecipanti venivano valutati per acuità visiva (VA), stereo acuità e velocità di lettura al basale, dopo 10 e 20 ore di gioco. Dopo 20 ore di allenamento, la VA e la stereo acuità risultavano migliorate e si mantenevano nel follow-up. Lo studio suggerisce, quindi, che l’approccio mediante videogioco possa essere usato come trattamento aggiuntivo per l’ambliopia nei bambini, raggiungendo risultati simili a quelli del trattamento gold standard, ma in tempi più brevi.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0042698918300580?via%3Dihub
10.?9-Tetrahydrocannabinol and Cannabidiol Differentially Regulate Intraocular Pressure. Sally Miller et al. Investigative Opthalmology & Visual Science, 2018.
È noto da tempo che la cannabis ed il suo costituente psicoattivo ?9-tetraidrocannabinolo (THC) riducono la pressione intraoculare (IOP). Il THC agisce probabilmente attraverso uno dei noti recettori correlati ai cannabinoidi (CB1, CB2, GPR18, GPR119, GPR55), ma questa correlazione non è mai stata provata. Il cannabidiolo (CBD), un altro costituente principale della cannabis, è stato considerato da altri studi, senza alcun effetto sulla IOP. Questo studio analizza gli effetti del THC e del CBD, applicato localmente sui topi, sulla IOP. Lo studio ha dimostrato che il THC riduce la IOP attivando i recettori CB1 e GPR18, in maniera sesso-dipendente. Il CBD, contrariamente alle aspettative, ha mostrato nello studio due effetti opposti sulla IOP e la capacità di interferire con gli effetti del THC.
https://iovs.arvojournals.org/article.aspx?articleid=2718702
Per approfondire la lettura dell’articolo, collegati al sito
https://www.oftalmologo.es/articoli/un-nuovo-studio-svela-gli-effetti-contrastanti-della-cannabis-sulla-pressione-intraoculare/
Dr. Carmelo Chines
Director responsable